Disagi legati all’orientamento e al comportamento sessuale
Sessualità: perchè è importante viverla al meglio?
La sessualità è un aspetto molto importante nella vita di ciascun essere umano. Quando vissuta in piena armonia con sé stessi, al pari di altre attività, diventa il motore della nostra esistenza e il “barometro” del benessere sia fisico che psicologico, per questo è importante prendersene cura soprattutto quando, per qualsiasi motivazione, emergono alcune criticità che possono mettere a rischio la salute della persona. Non bisogna mai vergognarsi di “mettersi a nudo” di fronte a questo tema, molti conflitti possono peggiorare proprio per la vergogna di condividere con qualcuno i vissuti problematici della sfera sessuale fino a farsi soli nel proprio disagio.
Come si definisce l'orientamento sessuale?
L’orientamento sessuale di un individuo è la risposta ai naturali richiami di attrazione, emotiva, affettiva o sessuale verso un uomo, una donna o persone di entrambi i sessi e va differenziato dal sesso definito biologicamente cioè dalle caratteristiche genetiche e fisiologiche degli organi sessuali femminili e maschili; dall’identità di genere, quindi sentirsi maschio o femmina non in funzione della propria attribuzione biologica naturale ma come fatto psicologico, intimo e privato della persona; infine dall’identità di ruolo dettata dalle norme e regole sociali. Differenziare questi aspetti è importante perché la sessualità con i suoi orientamenti, i suoi vissuti e comportamenti non è un percorso unico e lineare ma prende una miriade di vie e direzioni diverse per ciascuno di noi. Se è abbastanza comune che l’identità sessuale, di genere e di ruolo possano sovrapporsi non è scontato che ciò valga per tutti. La realtà in questo campo presenta una variabilità ampia che da ragione di molteplici complessità non facili da gestire soprattutto quando si impatta non più nella sfera del disagio ma in quella dei veri e propri disturbi del comportamento sessuale, cioè di tutti quegli atti e pratiche sessuali che si compiono fino a vivere rispetto ad essi una vera è propria dipendenza. Come avviene, per fare un esempio più estremo, nelle parafilie.
Quando si può parlare di disagio e quando invece di vero e proprio disturbo nella sfera sessuale?
Spesso i disagi legati all’orientamento sessuale nascono proprio dallo scarto che esiste tra come si sente un individuo nella sua identità di genere e come dovrebbe essere secondi i dettami sociali. Allora essere maschio per attribuzione naturale del sesso maschile ma sentirsi interiormente femmina, oppure essere maschio e sentirsi tale senza provare attrazione etero ma omosessuale (lo stesso vale nel suo opposto femminile) possono generare disagi per chi, per esempio, impatta fin da giovane con tale realtà. In situazioni di questo tipo cercare il parere di un professionista che possa accompagnare la persona a meglio definirsi nel suo personale orientamento e sentirsi meno sola, può essere di grande supporto nel fare chiarezza su un aspetto tanto importante del proprio sé.
Fuori da questo tipo di realtà dove si parla ancora di disagio dell’orientamento e comportamento sessuale come indicatore di un malessere che può prendere la via di una soluzione realizzabile attraverso il confronto e il lavoro con un esperto, cominciamo a parlare invece di disturbo del comportamento sessuale quando entriamo nel contesto delle cosiddette parafilie o perversioni sessuali, dove il quadro clinico si complica di più, sia per la complessità dei casi sia per la maggiore difficoltà di intervento.
Cosa sono le parafilie?
Le parafilie sono descritte come disturbi sessuali perché gli oggetti o le situazioni che determinano l’eccitamento non solo si discostano da quelli comunemente riscontrati nella normalità, ma soprattutto perché si evidenziano con caratteristiche di esclusività, continuità e compulsività.
Quindi le parafilie sono contraddistinte da impulsi, fantasie o comportamenti sessuali intensi e ricorrenti, che implicano oggetti, attività o situazioni inusuali di cui la persona non può fare a meno. Proprio a causa di questa pervasività il soggetto va incontro ad una compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre importanti aree del funzionamento individuale che potrà influenzare seriamente le sue capacità di instaurare relazioni affettuose reciproche e soddisfacenti.
Non sono da considerarsi patologici quei comportamenti perversi che si manifestano in modo transitorio e restano circoscritti all’interno di una sessualità normale e di una relazione di coppia.
Il DSM classifica le parafilie in differenti categorie: esibizionismo, feticismo, frotteurismo, pedofilia, masochismo e sadismo sessuale, feticismo di travestimento, voyeurismo e parafilie non altrimenti specificate cioè tutte quelle che non soddisfano i criteri di nessuna categoria specifica.
I disturbi sessuali che contempla il DSM hanno anche a che fare col quadro clinico delle disfunzioni sessuali (disturbi del desiderio sessuale, dell’eccitazione, dell’orgasmo, disturbi da dolore sessuale ecc…) e dell’identità di genere cioè una forte e persistente identificazione col sesso opposto che si manifesta con comportamenti specifici che presentano il carattere della pervasività fino, al disagio e al disgusto di essere maschio o femmina.
E' possibile la cura?
In questi casi la via della presa in carico terapeutica è fondamentale, anche se il percorso può essere più “tortuoso” a causa della complessità dei quadri clinici che non sempre arrivano ad essere segnalati in un’età di esordio del disturbo dove certi meccanismi non sono ancora cronicizzati. Spesso per alcuni disturbi il forte disagio comincia ad esprimersi in età adulta, quando la realtà delle relazioni mette il soggetto di fronte al tema dell’intimità o comunque del contatto con l’altro, avendo così un impatto più forte all’interno dei rapporti con il prossimo.